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L’Ambasciatore Sequi partecipa a Vinexpo Hong Kong e alla missione di sistema a Suzhou e Hangzhou

VISITA DELL’AMBASCIATORE D’ITALIA IN CINA ETTORE SEQUI AL NUOVO CENTRO VISTI DI HANGZHOU

Il 27 maggio, in occasione della missione di sistema ad Hangzhou per la promozione dell’Italia ed il rafforzamento dei rapporti economici, commerciali e culturali tra il nostro Paese e la Provincia dello Zhejiang, l’Ambasciatore Ettore Sequi ha visitato il nuovo centro per la raccolta delle domande di visti per l’Italia.
Il Centro di Hangzhou, gestito dalla società in outsourcing VFS, ha inaugurato le sue attività il mese scorso. Nel mese di aprile l’Italia ha infatti aperto 11 nuovi centri visti in tutta la Cina, che sommandosi a quelli già esistenti consentono ora ai richiedenti visto di fare domanda in ben 15 città. I centri visti italiani in Cina sono ora dislocati a Beijing, Changsha, Chengdu, Chongqing, Fuzhou, Guangzhou, Hangzhou, Jinan, Kunming, Nanjing, Shanghai, Shenyang, Shenzhen, Wuhan e Xi’An.
Fare domanda di visto per l’Italia è da qualche anno sempre più semplice ed efficiente. Con l’apertura di nuovi centri visti è ancora più facile e vicino alle esigenze dei richiedenti in Cina!
Nel corso del 2015 l’Italia in Cina ha rilasciato 541.000 visti in favore di viaggiatori cinesi, con un aumento del 38% rispetto al 2014. In particolare il rilascio dei visti per turismo individuale ha registrato un aumento pari al 100%. Per quanto riguarda l’area di Shanghai, Zhejiang, Jiangsu e Anhui i visti rilasciati nel 2015 sono stati più di 138.000 con un incremento del 25% rispetto al 2014.
I richiedenti visto possono presentarsi al centro visti senza necessità di prendere appuntamento, e per quanti sono parte di viaggi di gruppo organizzati (ADS) è il tour operator ad organizzare tutto. Inoltre, in Cina l’Italia rilascia i visti per turismo individuale e per affari in 36 ore dall’arrivo della domanda di visto presso l’ufficio visti dell’Ambasciata o del Consolato.

 

L’ITALIA SI PRESENTA AD HANGZHOU: ISTITUZIONI E IMPRESE UNITE PER FARE SISTEMA

Continua l’azione di outreach promossa dall’Ambasciata d’Italia a Pechino nelle Province e città regionali cinesi: dopo la visita del novembre scorso realizzata a Xi’An (Provincia dello Shaanxi), il 26 e 27 maggio l’Ambasciatore Ettore Sequi si è recato ad Hangzhou, capoluogo della Provincia costiera orientale dello Zhejiang, alla guida di una missione di sistema organizzata in collaborazione con il Consolato Generale d’Italia di Shanghai, l’ICE e la Camera di Commercio Italiana in Cina.
La missione prende le mosse dall’incontro di qualche mese fa tra l’Ambasciatore Sequi ed il Sindaco di Hangzhou Zhang Hongming, durante la cerimonia di inaugurazione della nuova fabbrica della Ferrero nel vicino distretto di Xiaoshan. Da quel colloquio nacque l’idea di promuovere iniziative concrete per rafforzare ulteriormente le relazioni economiche, politiche e culturali tra l’Italia e Hangzhou, che hanno gia’ forti legami storici fin dai tempi di Marco Polo.
Hangzhou – che il 4 e 5 settembre ospiterà il Vertice G20 e nel 2022 organizzerà i Giochi Asiatici – è una delle città più prospere della Cina: importante centro manifatturiero e polo logistico per la Cina costiera, essa ha sviluppato negli ultimi anni molte nuove industrie, concentrandosi soprattutto in quelle ad alto contenuto tecnologico. Con un PIL in costante aumento (+10% nel 2015, circa 145 miliardi di €), la città prevede di intensificare la propria proiezione estera, vista come fattore determinante non solo della sua crescita economica recente ma anche (e soprattutto) di quella futura (l’aspettativa è quello di raddoppiare il PIL entro il 2020). L’Italia si presenta ad Hangzhou come sistema coeso e organizzato e intende proporsi come partner privilegiato.
La missione è stata inaugurata con un Business Forum, alla presenza delle principali Autorità di Hanghzou e con la partecipazione di oltre un centinaio di imprese italiane e cinesi. L’evento ha permesso di valorizzare le eccellenze italiane in alcuni settori prioritari di collaborazione con la Cina in campo economico: si è iniziato parlando di sanità – con la presentazione dell’ “Anno della sanità italiana in Cina” e dell’iniziativa “v-ITALY-ty” – per proseguire con l’agroalimentare (con un focus particolare sul vino e sulle opportunità legate all’e-commerce per la promozione dei prodotti italiani), l’aviazione e aerospazio, l’energia e ambiente e l’urbanizzazione sostenibile.
Nel suo intervento di apertura del forum, l’Ambasciatore Sequi ha sottolineato l’attenzione con cui il nostro Paese guarda a quest’area della Cina, dove numerose imprese italiane si sono già insediate con successo e altre potranno arrivare per contribuire agli importanti programmi di sviluppo promossi dalle Autorità locali.
Italia e Cina sono proiettate lungo la “Road to 50” che, nel 2020, le porterà a celebrare i 50 anni delle loro relazioni diplomatiche, in coincidenza con la conclusione del XIII Piano Quinquennale. “L’Italia – ha aggiunto l’Ambasciatore – è pronta ad accompagnare la Cina nella sua transizione verso il cosiddetto new normal”. Egli ha anche citato l’apporto che il Sistema Italia può fornire ad Hangzhou in termini di innovazione tecnologica e digitalizzazione dei processi produttivi, così come nel campo della green economy e della creazione di un sistema moderno ed efficace di welfare.
Nell’ambito della missione, l’Ambasciatore, gli altri rappresentanti delle istituzioni e le imprese italiane hanno poi effettuato una visita al quartier generale del colosso cinese dell’e-commerce Alibaba, dove si è parlato di promozione dei brand italiani sulle piattaforme online e di protezione della proprietà intellettuale. Nei due giorni della missione, anche la cultura italiana è stata di scena ad Hangzhou, con la proiezione di un film italiano realizzata dall’ICE in collaborazione con ANICA e il circuito Lumière e con l’inaugurazione di una mostra fotografica di Roberto Goffi, dedicata a “ Milano dall’Expo alla Triennale del Design”.

 

L’AMBASCIATORE SEQUI INCONTRA LE IMPRESE ITALIANE AL IX SUZHOU APPRECIATION MEETING

Il 25 maggio a Suzhou si e’ tenuto il “Suzhou Appreciation Meeting”, appuntamento annuale che rappresenta da tempo – è ormai giunto alla nona edizione – un’importante piattaforma di confronto e dialogo costruttivo tra le imprese italiane radicate nel capoluogo del Jiangsu e le Autorità locali. L’evento è organizzato dalla Camera di Commercio italiana in Cina (CCIC), con il sostegno dell’Ambasciata d’Italia a Pechino, del Consolato Generale d’Italia a Shanghai, dell’Agenzia ICE e delle istituzioni locali.

Nato nel 2008 da un’intuizione del Suzhou Working Group (Gruppo di Lavoro della CCIC aperto a tutte le aziende italiane che hanno sede nei parchi industriali della Prefettura di Suzhou), il Meeting ha registrato quest’anno la partecipazione dell’Ambasciatore d’Italia in Cina Ettore Sequi che, oltre a intervenire al business forum italo-cinese organizzato per l’occasione, ha incontrato i leader politici cittadini e un folto gruppo di imprenditori Italiani.

Il forum 2016 si è incentrato sul tema delle politiche economiche che la Municipalità di Suzhou intende mettere in atto per sostenere l’attività delle imprese straniere già localizzate e per attrarre nuovi investimenti. É stata inoltre effettuata un’analisi comparativa tra le specializzazioni e le offerte dei diversi parchi industriali della zona e sono state illustrate in dettaglio alcune interessanti opportunità di collaborazione tra il Sistema Italia e le aziende e istituzioni locali. Infine, lo EU SME Centre, Centro delle PMI europee finanziato dalla Commissione Europea di cui la CCIC è implementing partner, ha effettuato una presentazione sul tema “Made in China 2025”.

Soprannominata la “Venezia dell’Asia”, Suzhou – che con la città veneta è gemellata dal 1980 – è tra i centri urbani più sviluppati e dinamici di tutta la Cina. Con un PIL di 208 miliardi di euro nel 2015, è la prima città in Cina per capitale investito, seconda per output industriale, terza per valore di interscambio con il resto del mondo, quarta per produzione di software e quinta per dimensioni dell’economia. Grazie ai numerosi incentivi offerti alle attività produttive e di R&D e all’efficiente gestione dei suoi parchi industriali, Suzhou è riuscita negli anni ad attirare un grande numero di imprese straniere – tra di esse, molte italiane – che ne hanno fatto il centro dei propri interessi in Cina.

Sono oltre 150 le nostre imprese presenti nella cosiddetta “Suzhou Greater Area” e che, insieme, costituiscono il maggiore distretto industriale italiano al di fuori dei confini nazionali. Si tratta soprattutto di PMI, attive nella manifattura, nella meccanica, nell’elettronica e nel campo delle attrezzature medicali, che sono giunte a Suzhou a partire dal 2004 e, attratte dagli incentivi fiscali e dal “passaparola”, hanno dato vita a questo “cluster tricolore” in terra cinese.

Il modello economico della città sta oggi evolvendo verso produzioni e servizi ad alta tecnologia, incoraggiando le aziende a minor valore aggiunto a rilocalizzarsi altrove. Suzhou è interessata a investimenti in settori ad alto contenuto tecnologico, segnatamente Industry 4.0, IT, protezione ambientale, nano-tecnologie, biomedicale, software animation, big data, turismo e restauro del patrimonio storico. Tutti ambiti in cui le aziende italiane possono offrire un contributo d’eccellenza e in linea con le priorità definite dalla dirigenza cinese nel 13mo Piano Quinquennale, perpetuando così una “success story” che costituisce un modello a livello mondiale.

 

ITALIA “PAESE D’ONORE” A VINEXPO HONG KONG 2016

24 maggio 2016 – Ha aperto oggi i battenti la 7ma edizione di Vinexpo Hong Kong, importante fiera internazionale dedicata al settore vitivinicolo. A questa manifestazione l’Italia si presenta come “Paese d’onore”, prestigiosa designazione attribuitale dagli organizzatori in virtù della leadership a livello mondiale del nostro Paese sia come produttore che come esportatore di vino.
All’inaugurazione era presente l’Ambasciatore d’Italia in Cina Ettore Sequi che, con la sua presenza, ha voluto testimoniare l’attenzione con cui le istituzioni guardano allo sviluppo delle relazioni commerciali dei nostri viticultori con la regione asiatica, dove le esportazioni di vino italiano sono ancora sottodimensionate rispetto al loro potenziale. L’Italia infatti, a fronte di vendite record in altre parti del mondo, si colloca soltanto al quinto posto nelle esportazioni in Asia e in Cina (in cui è terza tra i Paesi europei).
La fiera di Hong Kong, con 1300 espositori internazionali provenienti da 35 Paesi e un pubblico atteso di circa 17mila visitatori, costituisce una formidabile vetrina per l’Italia e per i suoi prodotti. Al suo interno sarà possibile promuovere i vini italiani – portati da oltre 300 produttori rappresentativi di quasi tutte le nostre Regioni – attraverso una fitta serie di incontri, conferenze, masterclass ed eventi enogastronomici che vedranno i migliori chef italiani di Hong Kong abbinare sapientemente vini e pietanze della nostra tradizione.
Significativa è la presenza dell’Agenzia ICE, che ha organizzato un proprio padiglione e un articolato programma di attività, così come di alcune realtà associative italiane, tra cui l’Associazione Italiana Export (AIE), l’ISWA e l’Istituto Grandi Marchi. Di sicuro richiamo, inoltre, la partecipazione de Il Gambero Rosso che, con il suo wine editor Marco Sabellico (autore della Guida ai Vini Italiani tradotta anche in cinese), presenta alcune etichette nazionali destinatarie di importanti riconoscimenti nazionali e internazionali.
Nel 2015 il mercato cinese si è ripreso dal rallentamento accusato tra 2012 e 2014, segnando un marcato incremento delle importazioni di vino dall’estero. In quest’anno l’Italia è cresciuta del 17,7%, risultato positivo ma comunque inferiore a quello realizzato dai suoi principali concorrenti. Il mercato cinese però sta anche cambiando: la domanda dei consumatori non si rivolge più prevalentemente alle bottiglie di grande costo e prestigio, da offrire magari in regalo, ma va piuttosto alla ricerca di vino dal buon rapporto qualità/prezzo da bere tutti i giorni. Questa tendenza, diffusa in particolare tra la classe media e la popolazione più giovane, può senza dubbio agevolare un rafforzamento della presenza dell’Italia sul mercato, grazie alla sua ampia offerta di vini di qualità con diverse fasce di prezzo e alla grande varietà dei suoi vitigni.
Ci sono però degli ostacoli da superare: uno di essi è l’ancora limitata conoscenza della clientela cinese verso i vini italiani. I nostri vini hanno marcate differenze regionali e migliaia di produttori, spesso di non grandi dimensioni, che, agendo autonomamente sul mercato, non sempre riescono ad affrontarlo con efficacia, anche in termini di marketing. Un altro problema è quello della distribuzione che, in un Paese grande come la Cina, richiede un’adeguata strategia commerciale e la ricerca di una pluralità di canali di vendita. “Per far fronte a queste difficoltà” – ha sottolineato l’Ambasciatore Sequi incontrando le aziende italiane – “è quindi necessario che le nostre cantine cerchino di agire in modo coordinato e sinergico, facendo “sistema” e utilizzando in modo proficuo, come avviene ad Hong Kong, anche le iniziative sostenute dalle nostre Istituzioni”.