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Manifatturiero

 

Manifatturiero

IL SETTORE DI MACCHINARI E DELLE  MACCHINE UTENSILI IN CINA    

In base ai dati provvisori resi noti dalla Federazione Industriale dei Macchinari, il 2006 ha segnato, per la Cina, la ripresa del settore. Nel periodo in esame la bilancia commerciale dell’industria dei macchinari ha registrato un saldo attivo di 767 milioni di USD, dopo anni di deficit (nel 2003 e 2003 questo fu superiore ai 30 miliardi di USD e nel 2005 quasi 14 miliardi di USD). Al 31 dicembre 2006 le esportazioni sono aumentate del 36,3% e le importazioni del 19,6% rispetto al 2005. Nel periodo considerato, inoltre, i profitti del comparto, pari a 37 miliardi di USD, hanno marcato un andamento di decisa espansione annua del 36%, costituendo, di fatto, la maggiore componente dei profitti conseguiti nel 2006 dall’intero settore industriale dell’economia cinese. E’ interessante notare che se nel 2005 la crescita dei profitti fu soltanto del 12%, a causa dell’aumento dei costi delle materie prime del settore metallurgico, al tempo stesso le costanti importazioni delle stesse hanno consentito di triplicare i profitti nel 2006. 

Secondo gli ultimi dati disaggregati disponibili della medesima Federazione cinese, nel periodo gennaio-ottobre 2006, sia la produzione industriale totale che le vendite del comparto hanno registrato incrementi annui rispettivamente  del 27,3% e del 27,6%, superiori a quelli del 24,8% e del 25,5% registrati alla fine del 2005 ed il rapporto produzione/vendite e’ stato del 96,4%; il valore aggiunto industriale totale e’ stato di quasi 134 miliardi di Yuan, e i proventi delle vendite sono stati 127,4 miliardi di Yuan.

Principali indicatori dell’industria delle macchine utensili
(gennaio-ottobre 2006)


     



In termini quantitativi nei primi dieci mesi del 2006 sono state prodotte 460.142 macchine da taglio, di cui 68.354 a controllo numerico, in crescita rispettivamente del 13,7% e del 29,2% in rapporto al corrispondente periodo 2005. Nel medesimo periodo sono stati altresì prodotti 121.802 macchine formatrici, di cui 1.989 a controllo numerico e 59.902 macchine da fusione, in crescita, su base annua, del 50,9%, nonché 2,17 milioni di pezzi di utensili da taglio, in aumento del 27,9% rispetto al corrispondente periodo 2005.  

Al 31 ottobre 2006 le esportazioni cinesi di macchine utensili sono state 3.09 miliardi di USD, in aumento del 27,44%, laddove le macchine utensili per la lavorazione dei metalli, pari al 30,7% sul totale delle esportazioni, sono state esportate per 949 milioni di USD, marcando una crescita, su base annua, del 46,7%; le esportazioni di macchine per il taglio dei metalli, pari al 24% del totale, si sono collocate, in valore, a 742 milioni di USD e sono risultate in aumento del 42,04%; le esportazioni di macchine formatrici sono state 207 milioni di USD, in crescita di oltre il 66% annuo. Nel medesimo periodo anche le macchine a controllo numerico, pari al 27,5% del totale delle esportazioni, hanno registrato buone performances, particolarmente quelle per la lavorazione dei metalli, che, esportate, in valore, per 261 milioni di USD, hanno registrato un consistente aumento del 63,1%.  

Nel periodo gennaio-ottobre 2006 le importazioni cinesi di macchine utensili sono ammontate complessivamente a 9,19 miliardi di USD, in aumento, su base annua, del 12,06%, aumento che tuttavia si presenta in leggero rallentamento del 2,8% rispetto al corrispondente periodo 2005. In linea con tale trend e’ il rallentamento della crescita delle importazioni di macchine per la lavorazione dei metalli, voce che da sola costituisce oltre il 65% delle importazioni totali del comparto e che nel periodo in esame sono state importate, in valore, per 6 miliardi, marcando un incremento annuo di quasi l’11%, laddove nel corrispondente periodo 2005 esse erano cresciute del 14,36%. Durante i primi dieci mesi del 2006 le importazioni delle macchine a controllo numerico per la lavorazione dei metalli si sono invece ulteriormente rafforzate del 4,2% rispetto al corrispondente periodo 2005.  

L’Italia e’ tradizionalmente uno dei principali fornitori di macchine utensili della Cina e anche un suo buon cliente. In base agli ultimi dati disaggregati disponibili di fonte ISTAT, nei primi dieci mesi del 2006 l’interscambio commerciale bilaterale italo-cinese di macchine utensili e’ stato di 225,9 milioni di euro, composto per 206,9 milioni di Euro dalle esportazioni italiane verso la Cina e per i restanti 19 milioni di euro dalle nostre importazioni. Il saldo della bilancia commerciale bilaterale e’ a favore dell’Italia per quasi 188 milioni di euro.    

Sempre secondo l’ISTAT le esportazioni italiane di macchinari verso la Cina hanno ripreso a crescere significativamente dal 2000 (+51,4% nel 2001, +25% nel 2002, +32,1% nel 2003, + 14,8% nel 2004, +8,5% nel 2005) e al 31 ottobre 2006 l’incremento e’ stato del 48,9% rispetto al corrispondente periodo 2005; le nostre esportazioni sono costituite per oltre il 78% da macchine da asportazione: foratrici, alesatrici, fresatrici, filettatrici, macchine sbavatrici, affilatrici, molatrici, rettificatrici, smerigliatrici e levigatrici, ma anche centri di lavoro, macchine a posto fisso e macchine a stazioni multiple.  

In base ai medesimi dati anche le importazioni italiane di macchine utensili dalla Cina marcano un andamento di crescita stabile dal 2000 e al 31 ottobre 2006 l’incremento e’ stato del 50,7% su base annua. Maggiormente diversificate sono le principali tipologie di macchinari che l’Italia acquista dalla Cina: torni (24,4% delle esportazioni totali), macchine a deformazione (macchine forgiatrici, magli, rullatrici, centinatici, piegatrici, raddrizzatrici, spianatrici, cesoie, punzonatrici e presse) per il 24,5% e macchine ad asportazione (macchine foratrici, alesatrici, fresatrici e filettatrici) per il 18,7%.    

Le previsioni per il 2007, secondo anno dell’11^ Piano di Sviluppo Quinquennale, sono per un rafforzamento della riforma strutturale del comparto e il suo adeguamento alle esigenze di mercato, con miglioramenti qualitativi che possano, da un lato, accelerare il ritmo di sviluppo dell’industrializzazione del settore e, dall’altro, fronteggiare la competitività internazionale.  

Secondo gli esperti anche nel 2007 dovrebbero sussistere condizioni macroeconomiche interne e internazionali ancora valide per uno sviluppo stabile e rapido del comparto, la cui crescita potrebbe tuttavia subire un leggero rallentamento in considerazione di alcuni fattori invece sfavorevoli. La domanda interna, in particolare, dovrebbe subire una leggera flessione a fronte delle misure governative per il raffreddamento dell’economia, tuttavia sia il ritmo di crescita dell’economia cinese, superiore al 10%, che la maggiore domanda di macchinari più efficienti, lasciano ancora presupporre interessanti margini di sviluppo.  

Globalmente, sempre secondo gli esperti, le aspettative per il 2007 vedono crescere del 10-15% il valore della produzione industriale ed i proventi dalle vendite, che si attesterebbero a 180 miliardi di Yuan (22,5 miliardi di USD), di cui 55 miliardi di Yuan (7 miliardi di USD) relativi ai proventi delle vendite di macchine per la lavorazione dei metalli (macchine da taglio e macchine formatrici); la produzione di macchine da taglio raggiungerebbe le 100.000 unità ed il consumo i 13 miliardi di USD. I profitti del comparto potrebbero crescere del 20% a condizione che si faccia ricorso all’importazione di materie prime dal settore metallurgico piuttosto che non all’importazione di macchinari tout court.  

L’interscambio commerciale e’ previsto arrivare a 16,5 miliardi di USD, con importazioni per 12 miliardi di USD, tra cui quelle relative alle macchine per la lavorazione dei metalli, che si manterrebbero al livello attuale di 7,5 miliardi di USD, ed esportazioni per 4,5 miliardi di USD, di cui 1,5 miliardi di USD relativi alle macchine per la lavorazione dei metalli.  

>> China Machine Tool & Builders' Association


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