SETTORE AUTOMOBILISTICO
(Situazione al 31 dicembre 2006)
Lo sviluppo dell’industria automobilistica cinese data tempi piuttosto recenti: fino a una dozzina di anni fa il mercato presentava praticamente un unico modello di macchina, la Santana, prodotta localmente dalla Volkswagen, il primo produttore straniero stabilitosi in Cina nel 1985. E’ infatti agli anni ’80 che risale l’apparizione delle prime auto private; il numero di possessori di auto personali crebbe lentamente di circa 10 milioni nel ventennio che fece seguito (erano 12,19 milioni di persone nel 2003), mentre nel solo triennio 2003-2006 gli stessi superavano i 20 milioni. Negli anni ’90 i proprietari privati costituivano poco meno del 15% dei motoveicoli ad uso civile, nel 2003 tale percentuale ha superato il 51% e nel 2006 e’ arrivata al 60% su un totale di 38 milioni di motoveicoli in circolazione. Ancora, fino a non più 5 anni fa, i modelli disponibili prodotti localmente, non arrivavano a dieci, mentre nel solo 2006 sono stati lanciati 117 nuovi modelli di autovetture, 36 dei quali da case produttrici cinesi.
Il settore automobilistico sembra essersi ora avviato a divenire uno dei pilastri dell’economia cinese: dopo il rallentamento manifestatosi dal 2004, il comparto ha ripreso a crescere a ritmi sostenuti dal secondo semestre del 2005, confermando tale andamento anche durante tutto il 2006: in base ai dati provvisori della CAAM (China Association of Automobile Manufacturers), nel 2006 la Cina ha venduto 7,22 milioni di vetture, il 25,13% in più rispetto al 2005 ed ha superato il Giappone, divenendo il secondo paese mondiale, dopo gli Stati Uniti, di autoveicoli di prima immatricolazione.
L’auspicato sorpasso del Giappone non e’ tuttavia avvenuto in termini di produzione nonostante l’andamento di decisa espansione (+27,32% annuo) registrato dall’industria automobilistica cinese nel 2006, quando e’ stata pari a 7,28 milioni di pezzi, superiore a quella programmata di 6,9 milioni di unità. Obiettivo della Cina e’ infatti quello di diventare il secondo Paese produttore mondiale di autoveicoli nel breve periodo, e di superare gli Stati Uniti nell’arco dei prossimi 10-15 anni. La Cina resta il secondo paese mondiale di nuovi consumatori di autoveicoli.
In base ai dati summenzionati nel periodo in esame la produzione di motoveicoli destinati al segmento passeggeri, riferito normalmente a berline, SUV e MPV (Multi Purpose Vehicles) ha costituito quasi il 72% della produzione totale; tale comparto, a fronte dei 5,23 milioni di autoveicoli prodotti, e di vendite per 5,18 milioni di unità, ha registrato crescite annue rispettivamente del 27,32% e del 30%. Sempre nel 2006 la produzione di veicoli commerciali, riferiti principalmente ad autobus e camion, e’ cresciuta del 15,2% superando i 2,05 milioni di unità, e le vendite hanno pressoché eguagliato la produzione (2,04 milioni di unità), registrando una crescita del 14,23%.
Nel 2006, in base ai dati statistici forniti dall’ufficio delle dogane l’interscambio commerciale del comparto e’ stato pari a 24,49 miliardi di USD, e risultava composta dalle esportazioni per 3,1 miliardi di USS (in crescita annua del 98%), e dalle importazioni a 20.66 miliardi di USD (anch’esse in aumento, su base annua, del 36%). Le maggiori esportazioni, in volume, pur trovando equo riscontro nel rispettivo valore, non sono state in grado tuttavia di compensare la crescita delle importazioni, dovuta essenzialmente all’acquisto di modelli provenienti dai paesi occidentali (e quindi più costosi) ed in particolare da Unione Europea, Stati Uniti e Giappone. Dal saldo dei due flussi commerciali e’ pertanto derivato un deficit commerciale per la Cina di 17,5 miliardi di USD.
Nel periodo in esame le esportazioni cinesi di motoveicoli, destinate ancora principalmente verso alcuni Paesi in via di Sviluppo, sono praticamente raddoppiate rispetto al 2005 ed hanno raggiunto le 342.000 unità, di cui 92.500 autovetture, in decisa espansione annua del 197%. Principale componente delle esportazioni (44% del totale) e’ costituita tuttavia dalla voce “parti di auto ed accessori” per un valore di 8,8 miliardi di USD (+34,9% annuo); seguono i veicoli completi (33% del totale) ed i componenti-chiave di veicoli.
In base ai medesimi dati nel periodo considerato le importazioni cinesi di veicoli completi sono state pari a 230.200 unità, il 46,4% in più rispetto al 2005 e di cui quasi la metà (110.780) costituite da autovetture ad uso civile (+46% annuo), suddivise a sua volta tra fuoristrada (986.237 unità, in crescita del 30,7%) e berline (20.448 unità, in decisa espansione annua del 64%); la componentistica, altra importante voce delle importazioni cinesi, nel 2006 e’ stata pari a 13 miliardi di USD, in crescita di quasi il 31% sul 2005.
PLAYERS
In base ai dati forniti dal Ministero del Commercio relativi al 2006, la struttura produttiva automobilistica cinese e’ composta di 5.831 imprese di cui 128 produttori di autoveicoli, 1.017 di motocicli, 517 di accessori, 49 di motori, 4.120 di parti di ricambio ed accessori. Le case produttrici di autovetture complete erano 33, 1 in più sul 2005, distribuite geograficamente su 21 province cinesi. Il grafico mostra le prime dieci case produttrici del 2006, e le rispettive quote di mercato tenuto conto delle vendite realizzate, mentre, i primi 5 players nazionali nel segmento passeggeri sono stati la FAW (First Automotive Works Group), la SAIC, seguite, a distanza, da Dongfeng Motors, la Guangzhou Automotive Industry Corp. e la Beijing Automotive Industry Corp. I modelli più venduti sono Santana, Excelle, Xiali e Jetta.
Le prospettive per il 2007, secondo l’Associazione Nazionale di categoria, sono per un’ulteriore espansione sia della produzione che delle vendite, favorita dal generale buon andamento dell’economia e dal rapido sviluppo delle case produttrici, che puntano ora ad un innalzamento dei propri livelli qualitativi e non più soltanto alla politica dei prezzi al ribasso. Sempre secondo la CAAM nel 2007 e’ prevedibile un’ulteriore riduzione dei prezzi, stimata intorno al 4%, frutto di diversi fattori tra cui una produzione superiore alla domanda, maggiori profitti del comparto derivanti da inferiori costi di produzione, attuazione di politiche di controllo macroeconomico atte a consentire gli aggiustamenti strutturali e l’ammodernamento delle capacità produttive dell’industria automobilistica cinese.
Buone restano le prospettive di crescita delle vendite anche per il medio termine. Tale previsione e’ suffragata dal numero di veicoli privati in circolazione sulle strade cinesi e dalla percentuale di patentati in possesso di un proprio autoveicolo ancora relativamente bassi; tenuto conto delle possibilità, ormai reali, che il 10% della popolazione (130 milioni) possa acquistare un autoveicolo nel breve-medio termine, la Cina continua a rappresentare per i produttori stranieri una destinazione particolarmente appetibile, tanto più se si tiene conto dei risultati di un’indagine di mercato, dalla quale emerge che il consumatore cinese, fondamentalmente diverso da quello di altri paesi, per l’acquisto della sua prima autovettura preferisce indirizzarsi verso il mercato del nuovo piuttosto che non quello dell’usato. E’ altresì verosimile un exploit delle macchine di piccola cilindrata, in considerazione del maggior numero di consumatori, in termini reali (e quindi anche di un allargamento delle fasce di consumatori), e dell’applicazione di nuove regolamenti, in parte di natura fiscale riconducibili agli impegni derivanti dall’ingresso della Cina nell’OMC e in parte alle linee programmatiche di sviluppo del settore automobilistico emanate dalla Commissione Governativa per le Riforme del Consiglio di Stato: tra le e’ la revisione del catalogo agli investimenti esteri, che, se da un lato ora incoraggia gli investimenti stranieri in un ampio ventaglio di settori dell’industria automobilistica cinese, in precedenza appannaggio dei produttori locali (tra cui la produzione di veicoli completi, di auto e motocicli, di motori di autoveicoli, inclusa la ricerca e lo sviluppo, nonché la produzione di componenti-chiave quali freni a dischi, scatole di trasmissione automatica, carburatori per motori diesel, apparecchi di controllo per motori di macchine, ecc.), dall’altro ne vieta altri (produzione di autoveicoli di piccola e media cilindrata, produzione di scocche per veicoli inferiori alle 50 tonnellate). Infine, stanno trovando applicazione diverse leggi e regolamenti in materia di protezione ambientale, per la riduzione delle emissioni nocive e dell’inquinamento, atmosferico e acustico.
SETTORI AERONAUTICO ED AEROSPAZIALE
La Cina ha lanciato il suo primo uomo nello spazio il 15 ottobre 2003 e ha compiuto notevoli progressi nei settori aeronautico e spaziale specialmente nel passato piu` recente.
E` del 1998 la riforma degli organi di Stato che ha segnato la separazione delle attivita` industriali dall’ente regolatore e la creazione di realta’ private indipendenti, che ha contribuito non poco al positivo sviluppo del settore.
A titolo di esempio, in questi ultimi anni la Cina si e` impegnata nella progettazione di velivoli per l’aeronautica civile, ha cominciato ad assemblare i primi jet regionali con la brasiliana Embraer ed ha sviluppato capacita` nella realizzazione di microsatelliti a basso costo (Qinghua) e nella sperimentazione di razzi da lancio aprendo una nuova frontiera dell’aerospaziale. Si parla gia` della costruzione di una quarta base di lancio per velivoli spaziali nell’isola di Hainan, dopo Jiuquan, Xichang e Taiyuan.
E` della fine di marzo la notizia della costituzione di una zona speciale per le alte tecnologie del settore aeronautico a Xi’an (Shaanxi), la Xi'an Yanliang State Aviation High-tech Industry, che copre un area di 40 kmq ed e` intesa per lo sviluppo di tecnologie aeronautiche, training, produzione di velivoli civili e componentistica, nonche’ la fornitura di servizi nel settore aeronautico.
La Cina e’ divenuto il primo partner non-europeo nel progetto GALILEO, si e` ufficialmente impegnata a collaborare nell’ottobre del 2004, con la firma di un accordo tecnologico nel quale si impegnava a produrre componentistica per satelliti e per basi terrestri, a sviluppare congiuntamente nuove tecnologie spaziali e sistemi applicativi e ad investire 200 milioni di Euro. NRSCC (China National Remote Sensing Centre) avrebbe scelto e coordinato le aziende cinesi da coinvolgere.
Il 9 marzo 2005 la compagnia di Stato creata ad hoc da NRSCC, la China Galileo Industries Ltd., ha firmato il contratto che sancisce le modalita` di tale collaborazione industriale e si e` impegnata altresi` a commercializzare il sistema Galileo per usi civili in Cina. Tra le applicazioni per la Cina si parla di controllo del traffico aereo e altri sistemi di trasporto intelligenti ed e’ previsto entrare in funzione per il 2008.
Dimensioni e prospettive di mercato:
Aeronautica:
In fatto di previsioni gli esperti sia di Boeing che di Airbus concordano che la Cina e l’India faranno il mercato dei velivoli per prossimi due decenni e che la Cina si consolidera` al secondo posto tra i piu` grandi mercati per aerei-passeggeri.
Negli ultimi tre anni, a partire dalla riforma che ha visto la trasformazione del settore in uno tra i piu` dinamici del Paese, i tre vettori principali (Air China, Chian Eastern Airlines e China Southern Airlines) si sono privatizzati ed hanno avviato un processo significativo di rinnovamento delle flotte.
Problematiche:
La Cina non e` ancora firmataria del WTO Agreement on Trade in Civil Aircraft. Cio’ si riflette sulle procedure seguite di government procurement, sia di velivoli che di componentistica, che in alcuni casi sembrano non garantire un adeguato rispetto di positive dinamiche di concorrenza tra imprese locali e straniere.
Infine non appaiono ancora esattamente conformi agli standard internazionali la produzione e la commercializzazione di componenti per velivoli
Automobilistico
2011-04-22

Maeci