AGRICOLTURA
Occupando nel 2006 il 45% della popolazione attiva, ma contribuendo solo per il 12,5 % del PIL, il settore agricolo e’ percepito come l’anello debole dello sviluppo economico cinese. Nonostante gli innegabili progressi compiuti dal settore industriale, un grande Paese tradizionalmente rurale quale la Cina non può che basarsi ancora in larga parte sull’agricoltura. Si stima che attualmente 745 milioni di persone, ovvero più del 57% della popolazione, vivano ancora nelle campagne, e nel 2005, 300 milioni di persone vi lavoravano. Grandi passi avanti sono stati effettuati negli ultimi anni: il reddito agricolo medio è cresciuto in media del 7% annuo grazie a riforme normative e tecniche che hanno generato incrementi di produttività; la vastissima urbanizzazione, legata all’aumento dei salari urbani e industriali, ha innalzato i salari agricoli medi. L’azione comune di questi due fenomeni sta consentendo alla Cina di vincere una delle più colossali battaglie contro la povertà della storia umana: 400 milioni di persone sono uscite dalla soglia della povertà, dato eclatante quant’altri mai.
Struttura dell’economia agricola
Le caratteristiche naturali della Cina non sono favorevoli all’agricol-tura. La superficie totale coltivabile e’ ufficialmente di 130 milioni di ettari, ovvero circa il 15% della superficie totale del Paese, pari a 9.5 milioni di km quadrati. La principale caratteristica dell’agricoltura cinese e’ dunque la sua scarsità di terra, il che determina vantaggi comparativi nei settori produttivi a forte intensita’ di manodopera (ortofrutta) e svantaggi in quelli a forte intensita’ di terra (grano e semi oleosi). La proprieta’ della terra ha subito diversi cambiamenti: dal sistema delle comuni agricole si e’ passato, nei primi anni ’80, alla concessione al singolo contadino di un appezzamento di terra per un periodo trentennale. Cio’ ha portato a forti incrementi di produttivita’. La nuova legge sulla proprieta’ lascia immutato questo regime, prevedendo tuttavia il rinnovo alla scadenza del contratto ed il trasferimento dei diritti d’uso a determinate condizioni. Stabilisce altresi’ una prevenzione, limitata, contro l’indiscriminata conversione d’uso del terreno, da agricolo ad edilizio.Le produzioni
La produzione generale agricola è in aumento (+2,9% rispetto al 2005), e la sua composizione e’ cambiata: i raccolti sono diminuiti dal 65% al 50% della produzione globale, mentre l’allevamento e’ passato dal 30% al 34% e l’acquacoltura ha avuto un vero e proprio boom passando dal 5% al 14%. Lo stesso settore dei raccolti ha cambiato la sua composizione, incrementando le produzioni ad alta intensita’ di lavoro, come l’ortofrutta, a scapito dei raccolti tradizionali.Malgrado la raccolta ampia, i prezzi sono in rialzo, soprattutto grazie ai controlli governativi e al rialzo dei prezzi sul mercato estero dei futures. Il settore dei prodotti animali conosce attualmente un importante sviluppo. Il tradizionale consumo di carne suina e’ tuttora preminente (la Cina ne e’ il primo produttore al mondo), ma in calo, la carne bovina ed il pollame sono cresciuti. Le produzioni acquatiche si sono raddoppiate in dieci anni.
I problemi sul tappeto e le politiche governative
Le principali sfide che il Governo deve affrontare nel contesto agricolo sono:1. Divario reddituale e sociale che desta apprensione presso le Autorita’ cinesi in quanto potenziale “destabilizzatore” dell’equilibrio sociale nazionale, cosi’ essenziale allo sviluppo del Paese. Lo scarto tra redditi urbani e rurali non cessa di aumentare, ed anche nell’accesso ai servizi sociali si registrano grandi differenze fra citta’ e campagna particolarmente riguardo la spesa sanitaria ed il sistema educativo.
2. Degrado ambientale. La pressione della questione ambientale pone grossi limiti all’agricoltura cinese. La riduzione delle terre coltivabili riguarda spesso quelle maggiormente fertili, a causa dell’edilizia, ma anche del massiccio uso di fertilizzanti, deforestazione, eccessivo sfruttamento, cattivi metodi di irrigazione. Altri gravi problemi sono la desertificazione e la scarsità d’acqua.
3. Organizzazione dell’agricoltura. Diversi sono i problemi dell’organizzazione agricola in Cina: bassa trasformazione e conseguente basso valore aggiunto, scarso controllo sanitario e fitosanitario, ridotta taglia degli impianti produttivi, non adeguata allo sviluppo di un’agricoltura moderna, cattiva distribuzione, che influenza negativamente lo smercio e la qualità dei prodotti. La ricerca del finanziamento è anch’esa difficile: statistiche governative mostrano che gli agricoltori risparmiano molto ma non prendono a prestito dalle istituzioni finanziarie. La rilevanza dei fattori di rischio naturale e’ altro grave problema, unitamente all’incompletezza della normativa di settore ed alla qualità alimentare.
Le politiche governative
Il governo della Repubblica Popolare risponde a tali sfide con molteplici strumenti:
1. Maggiori trasferimenti al settore ed investimenti nell’infrastruttura. E‘ particolarmente rilevante la volonta’ governativa di trasferire al mondo agricolo piu’ risorse di quante esso ne produca, attraverso sussidi ed abolizione delle tasse, anche attraverso meccanismi di credito agevolato.
2. Innovazione scientifica. L’innovazione scientifica e’ considerata la base per lo sviluppo dell’agricoltura cinese che il Governo intende conseguire attraverso l’incremento del finanziamento alla ricerca e l”importazione tecnologica“, il rinnovamento e l’ammodernamento dei macchinari, nonché l’informatizzazione delle tecnologie agricole.
3. Formazione e programmi sociali. Sviluppo delle risorse umane in agricoltura da effettuarsi attraverso la formazione basilare ed avanzata, nuovi programmi di assistenza tecnica, sostegno alle moderne imprese agricole, miglioramento dell’educazione e dei sistemi di sicurezza sociale e dei servizi da erogare alle campagne.
4. Finanziamento. Migliore distribuzione del credito, attraverso le due Banche agricole tradizionali, la Agricultural Bank e la Agricultural Development Bank of China e tramite la finanza locale e le cooperative di credito.
5. Miglioramento del sistema distributivo. Modernizzazione e adeguamento del sistema distributivo, sia nelle sue infrastrutture che nella sua organizzazione.
6.��Progresso ambientale. E’ un altro punto fermo della politica governativa, con iniziative tese a favorire la riforestazione, il controllo della desertificazione, la conservazione dei suoli ed il controllo dell’inquinamento.
L’accessione all’OMC
Dal punto di vista commerciale, la Cina sottolinea la necessita’ di sviluppare ulteriormente le propri esportazioni di derrate agricole, e cio’ contemporaneamente alla circostanza che essa frappone grossi ostacoli alla piena attuazione dell’Accordo OMC sull’importazione dei prodotti agroalimentari, sviluppando sempre piu’ propri parametri sanitari e fitosanitari invece di adottare quelli internazionali. Sul problema delle Indicazioni geografiche la Cina ha posizioni molto vicine al nostro Paese, come dimostrato da avanzati negoziati in corso per la stipula di un accordo bilaterale in materia.
Collaborazione con l’Italia
Le principali opportunità del settore appaiono essere legate alla promozione dell’agroalimentare di qualità italiano, legata al miglioramento delle condizioni economiche cinesi; alle produzioni di cibi biologici e prodotti di medio-alta qualità; alla necessità di miglioramento del macchinario, alla richiesta di agricoltura “ambientale”. Vi sono diversi negoziati con la Repubblica Popolare nel campo agroalimentare, che scontano tutti, in varia misura, l’atteggiamento protezionista sopra descritto in termini di barriere sanitarie: prodotti suini, prodotti aviari, seme bovino, prodotti caseari ed ortofrutticoli.
La gia’ avanzata collaborazione scientifica inoltre aiuta l’internazionalizzazione delle nostre imprese nella Repubblica Popolare. Il gruppo di lavoro agricolo italo-cinese istituito dal MOU firmato il 18 settembre 2006 ha individuato come basi per la futura collaborazione la sicurezza alimentare, lo sviluppo rurale e la scienza e la tecnologia in agricoltura.