Sin dal 2004 i rapporti diplomatici tra Italia e Cina sono inquadrati in quello che viene definito “partenariato strategico globale”. In altre parole, l’estensione delle collaborazioni in atto non si limita al solo ambito strettamente bilaterale, sia esso politico, economico-commerciale o culturale, ma coinvolge anche la trattazione di tematiche globali, il rapporto UE-Cina, le questioni multilaterali.
Nel corso degli ultimi anni le relazioni italo-cinesi hanno conosciuto un ulteriore impulso, con una serie di visite a livello apicale e governativo che hanno rafforzato l’interazione istituzionale e reso possibili numerose iniziative congiunte in molteplici settori. Basti citare le missioni a Pechino e in altre tre città cinesi del Presidente della Repubblica Mattarella nel 2017 e quella del Presidente del Consiglio Conte nell’aprile di quest’anno.
La intensità del dialogo tra i vertici esecutivi dei due Paesi si è mantenuta costante e ad ampio spettro per tutto il 2019, alimentata da una presenza ministeriale regolare e congeniale agli interessi del “sistema Italia” in Cina, ben testimoniata in ultimo dalle recenti visite del Ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca Lorenzo Fioramonti e del Ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale Luigi Di Maio, che lo scorso 5 novembre ha guidato la delegazione italiana nella cerimonia inaugurale della seconda edizione della China International Import Expo (CIIE) di Shanghai.
Consistente e particolarmente significativo anche il flusso di visite dei vertici cinesi in Italia, culminato dalla visita di Stato del Presidente cinese Xi Jinping a Roma e a Palermo nello scorso marzo, con al seguito: due membri del Politburo del Comitato Centrale del PCC, Ding Xuexiang e Yang Jiechi; il Consigliere di Stato e Ministro degli Esteri Wang Yi, già nelle settimane precedenti nel nostro Paese per co-presiedere la IX Sessione del Comitato Governativo Italia-Cina; il Ministro della Commissione Nazionale per lo Sviluppo e le Riforme, He Lifeng; il Ministro del Commercio, Zhong Shan.
Hanno successivamente visitato l’Italia il Segretario del PCC di Tianjin Li Hongzhong (anch’egli membro del Politburo del Comitato Centrale) e il Ministro cinese della Salute, Ma Xiaowei.
Questa tendenza sarà auspicabilmente rafforzata nel 2020, allorché si celebrerà il cinquantesimo anniversario delle relazioni diplomatiche italo-cinesi. Si tratta di un traguardo simbolico cui il nostro Paese guarda al contempo come uno stimolo e un volano di nuove opportunità per espandere ancora, accanto alla già citata dimensione istituzionale, il reticolo di contatti e crescenti collaborazioni tra imprese, scuole, università e, più in generale, tra i due popoli. Accanto alle visite, infatti, proprio per realizzare i numerosi impulsi che ne scaturiscono, sono stati costituiti strumenti che garantiscono continuità al rapporto bilaterale in tutti i settori, tra i quali: il già citato Comitato Governativo Italia-Cina, di cui si terrà a Pechino la decima sessione nel 2020; la Commissione Mista economica; il Forum culturale bilaterale e il Business Forum. A queste consolidate cabine di regia, occorre aggiungere nuovi ambiti di confronto di recente istituzione, come il Dialogo finanziario e il meccanismo di consultazioni politiche tra Ministeri degli Esteri. Un’architettura, dunque, sempre più articolata, a testimonianza della nuova fase di rilancio del rapporto bilaterale e che risponde a un quadro complessivo delle interazioni tra il sistema Paese italiano e quello cinese contrassegnato da un’intensità, ampiezza e varietà crescenti. Il potenziale del partenariato bilaterale, ancora largamente inespresso, è vastissimo e commisurato alle dimensioni economiche raggiunte dalla Cina e dal suo contributo alla crescita mondiale.